The Americans

Hoy llegan dos nuevos tripulantes a bordo. Dos hombres de Denver (Colorado) que contactaron con nosotros a traves de una amiga mia. En este momento estan volando hacia Barbados. El capitan esta bastante nervioso. Seis personas son demasiadas? Seran simpaticos? Seran exigentes? Ayer estaba completamente neurotico. Por suerte habiamos planeado una excursion por la isla y paso su neurodia solo a bordo.En cuanto lleguen, nos vamos para Tobago. Dejamos Barbados atras. Esta isla, que al principio considerabamos una escala tecnica antes de llegar, nos ha sorprendido mucho. No por su especial belleza natural, por la belleza de su gente. Es una isla tan pequenya que la gente se conoce y, en cuanto te ven dos veces por un sitio no turistico, les enciendes un monton la curiosidad. En concreto habia un chico que nos conocio en un mercado al que nos encontramos cada vez que vamos por la ciudad (en un semaforo, en una tienda, por la acera…). Cada vez nos saludamos y charlamos un rato. Otra vez, buscando una tienda, se nos para un senyor, nos pregunta que buscamos y llama a la tienda con su movil para ver si seguia abierta. Todo sin pedirle nada, se paro al vernos buscar en un mapa.

Ayer la excursion fue fantastica. Cogimos un bus y nos bajamos en una zona donde nos parecio que habia mas naturaleza que en el resto de la isla y empezamos a caminar por la acera. Cuando llegabamos a un cruce, preguntabamos a la gente hacia donde era mas bonito. Despues de caminar toda la tarde, llegamos a una carretera principal y cogimos el bus de regreso a la ciudad. La gente se sorprendia de vernos por alli y las primeras recomendaciones que nos daban siempre eran las atracciones turisticas: la cueva (10€/persona), el jardin botanico (12€/persona), la selva visitable con recorrido de cemento (11€/persona)… Luego les deciamos que no, que queriamos caminar por ahi, libres, encontrar a la gente y ver la selva salvaje. Entre sorprendidos y divertidos nos decian lo que habia en cada direccion e ibamos donde nos parecia. De esta manera encontramos monos salvajes, un molino de canya de azucar abandonado, trozos de selva que nos se podian atravesar, vaquerias y una fabrica moderna de azucar donde estuvimos hablando con el guardia de seguridad y un viejo (no se que hacia por alli…) sobre el FMI, los britanicos, el proceso de produccion del azucar, Cuba y sobre si las islas del Caribe se debian juntar en una federacion.

Manyana vamos a Tobago donde esperamos encontrar una naturaleza virgen espectacular y un gran arrecife de coral. Por supuerto, tambien habra los rastafaris de rigor y continuara nuestra investigacion sobre que es eso de ser un rastafari 😉

Oggi arrivano due nuovi membri dell’equipaggio! Sono due tipi di Denver (Colorado) che ci contattarono attraverso un’amica di Damià, Daphne. Il capitano è nervoso perchè la barca si riempie come voleva lui ma dall’altra parte si sente stressato. Ieri era insopportabile e noi siamo scappati ad esplorare l’isola.
E l’escursione è stata bellissima! Con l’autobus locale siamo andati nell’interno dell’isola e a forza di chiedere a destra e a manca abbiamo esplorato paesini e conosciuto bella gente: un tipo che preparava le pelli di mucca da esportare in Inghilterra e US, una fioraia nel suo negozio, una massaia con suo marito che preparava il soffritto, un guardiano della fabbrica di zucchero e un vecchio signore che aveva lavorato li’ tutta la vita che ci parlavano del commercio internazionale e di quanto sia monopolizzato. Quando chiedevamo informazioni la gente inizialmente ci consigliava le attrazioni turistiche da americani ma noi gli spiegavamo che non volevamo andare là, che cercavamo posti autentici e allora ci iniziavano a spiegare dove andare, cosa vedere e ci raccontavano un po’ di loro. Abbiamo visto gli ultimi pezzi della foresta tropicale che c’era qui prima della colonizzazione e della monocultura della canna da zuccero, scimmie, spazzatura gettata dalla strada direttamente nella foresta, campi, un mulino di zucchero (la produzione di zucchero qui era impressionante durante il periodo della schiavitu’) e il mare (che non ci abbandona mai).Domani partiamo. Lasciamo Barbados dietro di noi. Questa isola, inizialmente solo scalo tecnico, ci ha sorpreso un sacco. Non per le sue bellezze naturali, ma per la bellezza della gente. E’ un’isola minuscola e tutti si conoscono tra di loro, e anche se non ti conoscono, quando ti vedono due volte già sono tuoi amici. L’isola è molto turistica ma i ragazzi di qui, quando ci vedono capiscono che siamo di una pasta diversa dei turisti “all inclusive” americani e si incuriosicono. Abbiamo incontrato un ragazzo pelato con gli occhiali da vista al mercato del pesce che ha ribattezzato Damià “Rastaman” e lo saluta sempre; lo incrociamo tutti i giorni: al semaforo, dentro un negozio, sul marciapiede, ovunque! Cosi’ ci salutiamo e ci mettiamo a chiacchierare un po’. Un’altra volta, cercavamo una lavanderia e un signore ci ha visti cercare sulla cartina e ci ha chiesto di cosa avevamo bisogno. Capito cosa cercavamo si è messo a chiamare il negozio per capire se erano aperti e il loro indirizzo. Tutto senza avergli chiesto niente! Davvero bella gente.

Domani partiamo per Tobago e li’ troveremo la natura incontaminata che non c’é qui: foreste in terra e coralli in mare. Poi anche li’ ci saranno rastafari e continueremo la nostra investigazione sul loro credo e la loro vita ;)Damia swimming in Carlisle Bay

bus for st Andrew district Barbados

the inequality in the world

barbados panoramic view

cattles in barbados countryisde

cuttle lather process in barbados

rastaman in barbados

trash in the forest barbados

Me and Diana

old sugar mill in Barbados

IMG_2713

2 responses to “The Americans

  1. Me encanta¡¡¡ ya hablamos cuando regreses!! yo también quiero!! un beso y un abrazo!!
    julia rita!

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