Welcome to Paradise!!

Siamo salpati da Barbados e, dopo una notte di navigazione, abbiamo avvistato Tobago, l’isola piú selvaggia e vergine che io abbia mai visto. Damiá era gia venuto qui nella sua prima traversata oceanica e mi aveva descritto questa meraviglia.

Arrivare qua pero’é tutta un’altra storia. Avvisti un’isola morbida, piena di verde e di foreste vergini che, al primo sguardo, sembra inabitata. Poi via via scorgi delle case immerse nella foresta di bambú. Tutto é cullato dalle onde del mare e gli uccelli cantano tra le fronde degli alberi. Ci sono pappagalli verdi, grossi uccelli pescatori, scimmie e tanti alberi da frutta. Il verde lucente della foresta si riflette sull’acqua ed é difficile descrivervelo con la macchina fotografica perché la realtá é ancora piú spettacolare delle foto che sto cercando di fare. Sotto l’acqua ci sono coralli, branchi di pesci colorati per me sconosciuti, pesci palla e spugne colorate. Ci sono poche barche ancorate nella grande baia di Charlottville.

Sbarcati a terra abbiamo fatto un po’di conoscenza con la gente di qui. Per le strade ci sono solo uomini. Le donne sono dietro al bancone del bar oppure a casa. Gli uomini sono magri e le donne sono grasse. Ma anche qui, come a Barbados, hanno tutti un grande cuore. Il nostro compagno di viaggi americano Bill, appena arrivato, si é giá creato il suo piccolo mondo fatto di pescatori e di amici che bevono rum. Ha 74 anni ma é incredibilmente aperto e umile. É un pescatore di fiume, visto che viene dal Colorado, ma si é messo in testa di pescare anche qui nell’Oceano e quindi sta imparando dalla gente del posto come lottare con i pesci di qui. E ci sta riuscendo. L’altro giorno abbiamo cenato con un pesce morbido e delicato pescato da Bill. Ieri siamo andati tutti a mangiare una zuppa di pesce dal nuovo amico di Bill. Lo ha conosciuto in un bar. É un vecchio signore di 70/80 anni (non si sa bene l’etá perché la madre non l’ha segnato all’anagrafe) che vive nella vecchia stazione di polizia del villaggio, ha un grande orto dove coltiva verdure e piante aromatiche, due vecchi edifici dove essiccavano il cacao, 11 mogli, 47 figli che conosce piú o meno bene, 10 polli, due freezer da ristorante pieni di pesce congelato di qui, tanti asciugamani e tutti qui lo conoscono. Si chiama Jack. Nella sua vita ha fatto vari lavori, é stato anche cuoco nelle navi cargo ed ha girato America e Africa, in ogni porto aveva una moglie diversa e si dice fosse un gran bel ragazzo, o forse ci sapeva fare 🙂 Fatto sta che ha fatto figli un po’ ovunque. Comunque siamo andati tutti a casa sua ed abbiamo mangiato un’ottima zuppa di pesce. Oggi andiamo a prendere due polli che ha ucciso per noi e Bill ci cucina per cena…Bill e Jack sono molto simili, amano pescare e sono dei grandi aggieggioni. Fanno un po’ di tutto e si intendono un po’di tutto. Incredibile quante cose si possono fare nella lunga vita di un uomo. Damiá ed io, che siamo ancora piccoli uomini, ascoltiamo questi due personaggi e sognamo ascoltando le loro storie.

Nei prossimi giorni dovremmo salutare Jack e tutti gli amici che abbiamo fatto qui a Charlottville perché scenderemo le coste di questa isola meravigliosa esplorandola da mare e da terra. Difficile viaggiare e spostarti quando pensi di aver trovato il paradiso.

Zarpamos de Barbados e, despues de una noche de navegación, hemos avistado la isla de Tobago. Una isla increiblemente salvaje y virgen. En esta isla es donde hace dos anyos llegué después de cruzar el Atlántico. Asi que traía muchos recuerdos. También tenía algo de miedo de que el sitio no fuera tan paradisíaco como recordaba.

Pero al llegar aquí todo era como lo recordaba. Es una isla con una naturaleza frondosa, llena de bosques virgenes de un verde profundo que parece desahabitada hasta que ves alguna casa aquí y allá. El pueblo de Charlotteville, donde estamos, no queda a la vista hasta que estás bien dentro de la bahía. Una vez anclados, se pueden ver los papagallos, los pelicanos, algunos monos en los árboles. Estamos rodeados de selva y naturaleza. Hace calor y humedad. Se oyen los pajaros cantar y huele a bosque intensamente. Al bucear se ven el coral, peces de todos los colores y peces globo. No se puede hacer una foto en la que quepa todo…

Al desembarcar, uno empieza a hablar con la gente del sitio. Siempre hay grupos de hombres charlando relajados. Las mujeres no se sabe donde estarán. Algunos de ellos te detectan como turista y en seguida vienen a ofrecerte una excursión en la montanya (todos dicen ser guías expertos y especialistas en fauna y flora) o una salida en las barcas de pesca. Otros, en cambio se ponen a charlar contingo. Te cuentan su vida, te preguntatan por la tuya y se despiden chocandote el punyo y con un “take care, man” o “enjoy” o “respect!”. Nuestro nuevo companyero de viaje americano Bill al llegar se ha creado un grupito de amigos entre los pescadores. Él pesca en los ríos en COlorado y quiere alimentarnos con los peces del Caribe también. Así que pregunta a todos los pescadores del lugar sobre cómo hacerlo. El hombre tiene 74 anyos, pero está disfrutando como un ninyo de contar sus historias y escruchar otras nuevas y de conocer gente diferente. Su mejor amigo de la isla se llama Jack, que tiene 76 anyos y aparente 60. Jack trabajó en una carguero de cocinero y navegó por la costa este del continente americano y en África. Dice que tiene 11 mujeres (una en cada puerto) y 47 hijos. Ayer nos invitó a su casa a una sopa de pescado que preparó él. Vive en la antigua comisaría del pueblo: una casa de madera elevada del suelo con tres espacios (cocina, sala y dormitorio). Cría un monton de pollos y cultiva sus verduras. Además arregla las redes de los pescadores, con lo que no le falta nunca el pescado en casa. Al lado de su casa hay un antiguo secadero de cacao que nos ensenyó, vimos un árbol de cacao y probamos un fruto seco.

Un unos pocos días nos despediremos de estos amigos de Charlotteville e iremos a la búsqueda de los nuevos amigos de las bahías de Tobago. El objetivo es impregnarse de las costas y los bosques de esta isla/paraíso.